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Umberto Tozzi torna sul palco dopo la malattia: “Ho temuto di non riuscirci più”

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Umberto Tozzi torna sul palco dopo la malattia: “Ho temuto di non riuscirci più”

Il cantautore italiano Umberto Tozzi ha recentemente rivelato di aver affrontato una difficile battaglia contro il cancro alla vescica. In un’intervista, ha raccontato di come la malattia abbia cambiato la sua vita e di come abbia temuto di non poter più salire sul palco.

Tozzi ha anche parlato della sua infanzia, rivelandosi un appassionato di calcio. Tuttavia, dopo una pagella negativa, il padre gli proibì di partecipare a una settimana premio a Coverciano. Il cantante ha inoltre smentito di essere mai stato un playboy.

Dopo aver superato il tumore e il COVID-19 per la terza volta, Tozzi ha dichiarato di sentirsi bene e di essere pronto a tornare in tour con il suo spettacolo “Gloria Forever”. Nonostante tutto, ha ammesso di essere cambiato e di apprezzare maggiormente la vita e le persone che gli stanno accanto.

Complicato, ma non impossibile: la vita di Umberto

Umberto è sempre stato un bambino difficile da gestire. Ribelle fin da piccolo, faceva tutto il contrario di quello che gli veniva raccomandato, andava male a scuola e cercava guai in strada. Voleva fare il ferroviere come suo zio Matteo, ma la sua vita ha preso una piega completamente diversa.

Il padre di Umberto, Nicola, era un guardia notturna che faceva tanti sacrifici per la famiglia. I soldi erano pochi e le cene con il filetto erano rare. Nonostante ciò, Umberto non si è mai arreso e ha continuato a cercare la sua strada nella vita.

A 12 anni, Umberto ha preso in mano la chitarra per la prima volta. L’aveva lasciata da loro un amico di suo fratello maggiore, Franco. Umberto ha provato un’emozione strana e ha capito che la musica sarebbe stata la sua vita. Ha formato una band con i suoi amici della parrocchia e suonavano i brani dei Beatles e dei Rolling Stones.

Sebbene Umberto abbia avuto successo nella musica, il suo sogno originale era diventare un calciatore. A 14 anni ha vinto un premio a Coverciano, ma suo padre gli ha proibito di partecipare perché aveva una pagella orribile. Nonostante questo, Umberto non ha mai smesso di amare il calcio e ha persino giocato nella nazionale cantanti.

Umberto non ha una squadra del cuore, ma ha amato giocatori come Baggio e Del Piero. Da ragazzino tifava per la Fiorentina perché c’era Kurt Hamrin con la maglia numero 7. Anche se ha incontrato molti calciatori nella sua vita, l’unico autografo che ha chiesto è stato a Gianni Rivera. Purtroppo, ha perso quel foglietto di carta.Raffaella Carrà: “Non mi piaceva la mia voce, ma ora mi stimo”

Raffaella Carrà ha rivelato di non aver amato la sua voce all’inizio della sua carriera musicale. Tuttavia, dopo decenni di lavoro, ha imparato ad apprezzarla. Anche Mick Jagger ha dichiarato di non trovare nulla di speciale nella sua voce. Nel 1974, all’età di 22 anni, Carrà compose “Un corpo e un’anima” per Wess e Dori Ghezzi, che vinse Canzonissima. Non aveva mai pensato di diventare una cantante, ma fu convinta da Alfredo Cerruti della Cgd di Caterina Caselli. Il suo primo album non ebbe molto successo, ma il secondo fu un grande successo con pezzi come “Ti amo”.

La canzone “Ti amo” è stata scritta in un pomeriggio d’estate del 1977. Carrà non l’ha dedicata a nessuno in particolare, ma ha detto che le canzoni non nascono da nulla di particolare, ma solo dal talento e dalla fortuna. La frase “Fammi abbracciare una donna che stira cantando…” è stata criticata come antifemminista, ma Carrà ha spiegato che era solo un ricordo della sua mamma Immacolata.

Carrà ha incontrato Lucio Battisti agli inizi della sua carriera musicale alla Ricordi di Milano negli anni ’70. Battisti era uno dei più grandi artisti italiani e Carrà era solo una giovane ragazzina proveniente da Torino. Il suo amico Raf ha dichiarato che Carrà è un ritardatario cronico, ma Carrà ha risposto che lo stesso vale per lui. Nonostante ciò, i due si vogliono bene e si dicono le peggio cose.

Dice anche che a tavola mangia lentamente e si gusta il cibo come una quaresima.
“È vero, perché mi piace masticare lentamente e gustare il cibo. Anche quando giocavo a calcio, ero sempre l’ultimo ad uscire dagli spogliatoi. Avevo i capelli lunghi e ci mettevo un po’ di tempo per sistemarli”.

Ma è vero che durante il ritiro con la nazionale cantanti, vi tenevano a dieta e il coprifuoco scattava alle dieci la sera prima della partita?
“Sì, ma non l’ho mai rispettato. Ero tra quelli che scappavano dalla finestra, per questo chiedevamo sempre le stanze al piano terra. Ma alla fine, ho segnato una cinquantina di gol e sono stato 12 volte capocannoniere”.

Qual è stato il fallo più scorretto che hai subito in campo?
“Da Riccardo Patrese, durante una partita sotto la pioggia a Padova. Non ho mai capito perché mi ha fatto così. A gioco fermo, mi ha dato un calcione negli stinchi. Ma anche io ero una testa calda, quando mi arrabbiavo diventavo rosso come un peperone. Guardando le foto di Jannick Sinner, sempre con i capelli in disordine, mi sembra di vedermi da giovane”.

Hai amici tra i tuoi colleghi?
“Pochi. Ho frequentato Gianni Morandi e Enrico Ruggeri, ma ho vissuto di più con Raf”.

Invidia? Non per me, dice Umberto Tozzi

Umberto Tozzi è un uomo che non ha bisogno di presentazioni. Conosciuto in tutto il mondo per le sue canzoni, Tozzi ha venduto oltre 70 milioni di dischi e ha collaborato con alcuni dei più grandi nomi della musica internazionale. Ma c’è molto di più in questo artista italiano, che ha recentemente rivelato di avere una passione per la pittura.

In una recente intervista, Tozzi ha parlato della sua vita privata e della sua carriera musicale. Quando gli è stato chiesto se provava invidia nei confronti di altri artisti, Tozzi ha risposto: “No, non credo. Io non ne provo per nessuno, invidiare il prossimo è stupido, si vive male”.

Tozzi vive a Montecarlo ed è tra le poche persone non nobili ammesse a Palazzo. “Conosco abbastanza bene il principe Alberto”, ha detto. “Fuori dal protocollo, i reali sono persone assolutamente normali. Lui poi è un vero fan di Gloria, è venuto pure a sentirmi in concerto allo Sporting”.

Quando gli è stato chiesto se fosse un playboy, Tozzi ha risposto: “Mai detto. O hanno frainteso. Le ho lasciate sempre io”. Ha anche detto che non capiva perché le donne si innamorassero di lui: “Ero un gentleman educato, mai stato un playboy. Anzi, non capivo bene perché si innamorassero di me”.

Tozzi e sua moglie Monica si sono sposati quattro volte: in comune, in chiesa, alle Mauritius e a Montecarlo. “E vorrei rifarlo una quinta, ma non so se lei a questo punto vorrà risposare me. Sono stato molto fortunato a incontrarla, stiamo insieme da 36 anni”.

Tozzi ha anche parlato della sua passione per la pittura: “Mi piace, vorrei fare una mostra, ma non sono né Gauguin né Van Gogh eh. Ho cominciato dal nulla, da autodidatta, io che non sapevo nemmeno fare un cerchio con il bicchiere. Mi sono appassionato, mi è venuto naturale. Non credevo di poter trovare una forma d’arte che mi prendesse tanto quanto la musica. Quando compongo non mangio e non bevo, sono troppo concentrato. Resto una pippa come pittore, sia chiaro, mi contento, ma al Tozzi gli si vuole bene lo stesso, dai”.

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