Alessandro Egger pensa che la vita sia una questione di incastri, ed è per questo che, quando tre anni fa si è messo in testa di partecipare a Ballando con le Stelle, dentro di sé era certo che prima o poi quell’occasione sarebbe arrivata. Il sogno – come aveva predetto – si è realizzato nel 2022, quando Alessandro è stato ammesso sulla pista di Rai1 non solo con una partner, Tove Villfor, con la quale ha subito instaurato un ottimo rapporto, ma anche con un trasporto e un entusiasmo che ha contagiato un po’ tutti, sia la giuria che alza le palette che il pubblico a casa che imbraccia il televoto. «Sono molto lanciato in questa avventura, ci ho messo tutto quello che ho», racconta Alessandro al telefono mentre è nella macchina che lo sta portando proprio alle prove insieme a Tove. Modello di brand come Versace e Dolce & Gabbana e attore – dopo averlo visto in House of Gucci di Ridley Scott al fianco di Lady Gaga, lo vedremo nel 2023 anche in Unwanted, la serie di Sky diretta da Oliver Hirschbiegel che sarà trasmessa in America su HBO -, Alessandro Egger è un ragazzo dalle mille risorse, pronto a dimostrarci in questa intervista di essere molto di più della faccia d’angelo che vediamo in televisione e che ammiriamo sui social.
Perché proprio Ballando con le Stelle?
«Non ho mai voluto fare i reality, ma qui c’è qualcosa che fa da collante, perché la sfera di ognuno di noi è accostata allo sviluppo di un talento. Mi sono sempre sentito vicino all’arte, ed è bellissimo che questo programma ti permetta di portare qualcosa a casa, attraverso uno scambio di energie tra la trasmissione e te stesso quasi magico. È questo quello che cerco nei rapporti e nella vita: mi piace creare qualcosa che abbia una storia e una connessione, e Ballando è proprio questo».
Aveva mai ballato prima del programma?
«Una volta, per un’audizione. Mi sono buttato facendo un po’ di improvvisazione e ho scoperto di sapermi muovere, anche se non avevo il senso del ritmo e la coordinazione con i passi. La danza, però, non è solo questione di passi, ma di emozioni che devi sentire nel tuo corpo».
A differenza di Lorenzo Biagiarelli, che ci ha detto di essere entrato a Ballando fuori forma, venire da una carriera di modello l’ha aiutata a essere più preparato a livello fisico?
«Mi piace molto questo tipo di sforzo perché è molto simile a quello che faccio io. Il mondo della moda non prevede la pesistica: per mantenerti asciutto è necessario non fare pesi perché altrimenti rischi di non entrare nelle taglie, anche se non sono certo nato con il fisico da modello. Pesavo 100 chili».
Davvero?
«Sì. E questo mi ha portato da sempre a fare il triplo dello sforzo: adesso, tra allenamento e alimentazione, sono riuscito finalmente a trovare un equilibrio. Sono abituato a correre, saltare. E questo mi sta senz’altro aiutando a Ballando».
La perdita del peso è coincisa con un periodo particolare della sua vita?
«Sì, un periodo abbastanza intenso».
C’entra l’ingresso nel mondo della moda?
«È iniziato tutto lavorando in uno showroom di moda di Milano come venditore, qualche anno dopo il diploma. In quel periodo lì ho perso 15 chili e ho avuto la fortuna di incontrare il casting director di Versace, che a 22 anni mi ha scoperto dando il via alla mia carriera, che ho portato avanti a pieno regime per 6 anni».
Il suo sogno, però, era un altro, giusto?
«Ho sempre voluto fare l’attore. A 13 anni, grazie a The Band e a fiction come Un medico in famiglia, ho fatto le prime esperienze, ma più avanti qualcosa era cambiato. La moda è servita per riconnettermi a quel mondo, oltre che per aiutarmi a pagare i conti e le bollette. Quel mondo lì, d’altronde, mi è servito tanto perché mi ha permesso di crescere».
In cosa sente di essere cresciuto?
«Nel modo di relazionarmi con il mondo. Senza contare che il mio lavoro mi ha portato a entrare più in intimità con me stesso».
In che senso?
«Quando lavori con l’immagine e con il corpo diventi più fragile, perché sei costantemente sottoposto al giudizio: vedi tanti bei ragazzi e allora ti dici che vuoi fare di più, che vuoi essere migliore. Negli anni ho imparato ad accettarmi, anche se mi sono sempre visto fuori forma».
Deduco che non sia vanitoso, quindi.
«La vanità è l’ultima cosa che funziona nel mondo della moda: più te la tiri e più ti tagliano le gambe. È anche per questo che ho sempre approcciato tutti con la massima educazione, cercando di rendere il lavoro più semplice a chi mi stava intorno, creando quasi una famiglia».