La pressione alta colpisce più di un miliardo di persone nel mondo e può causare serie complicazioni cardio e cerebrovascolari. Ecco come prendersene cura con i consigli della cardiologa.
L’ipertensione è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e colpisce ben 1,2 miliardi di persone in tutto il mondo. Un numero che negli ultimi 30 anni è più che raddoppiato, come emerge da un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet*. Nel 2019 in Italia sono state censite oltre 16 milioni di persone affette da ipertensione.
“L’ipertensione è una delle condizioni riscontrate con più frequenza in tutto il mondo, forse il motivo per cui il paziente va più spesso dal medico di base e poi dal cardiologo. Riguarda tutte le età, con un aumento nella fascia anziana della popolazione, ma già a partire dai 60 anni si registra un incremento”, spiega la Dott.ssa Elisa Stefanini, cardiologa dell’unità di Cardiologia Clinica dell’IRCCS Policlinico San Donato.
Pressione alta: con quali valori?
“I valori pressori ritenuti normali sono al di sotto di 130 di sistolica, o massima, e 85 di diastolica, minima.
Superata questa soglia, la pressione può considerarsi alta.
Si parla di ipertensione clinicamente rilevante dai 135/85: va trattata con varie tecniche di approccio terapeutico, a seconda del grado di severità. Nello specifico, parliamo di modifiche dello stile di vita e/o l’assunzione di una terapia farmacologica, che diventa imprescindibile al di sopra dei valori 160/100 o anche per valori più bassi ma in presenza di fattori di rischio concomitanti”.
Come e quando monitorare la pressione
“Per i pazienti che seguono una terapia, è opportuno monitorare la pressione a casa un paio di volte la settimana, così da controllare l’efficacia della cura.
Se i valori non sono sotto controllo, o la terapia è stata recentemente modificata, è opportuno intensificare il monitoraggio e procedere con la rilevazione anche 1-2 volte al giorno”.
Come si misura la pressione
Come si procede per misurare la pressione? “Si consiglia di misurarla al mattino, quando i valori dovrebbero essere più alti, e poi la sera.
È importante farlo in un ambiente tranquillo, stando un po’ seduti prima di procedere, magari ripetendo la misurazione 2 volte perché alla prima i risultati potrebbero essere leggermente alterati. Gli sfigmomanometri elettronici, comodi da utilizzare a casa, danno risultati affidabili”, illustra la dottoressa.
Perché la pressione alta è pericolosa
“L’ipertensione è la condizione che, se sconosciuta o mal controllata, porta più spesso a disfunzioni multiorgano, soprattutto se correlata ad altri fattori di rischio. Si può complicare frequentemente, dando origine, in primis, a patologie cardiovascolari, come la comparsa di:
- aritmie;
- scompenso cardiaco;
- aterosclerosi;
- infarto.
Può concorrere anche alla comparsa di patologie cerebrovascolari, come l’ictus, o di patologia aterosclerotica di altri distretti, in particolare il rene”.
Qual è la causa
“Non esiste una causa precisa alla base dell’ipertensione, ma molti fattori predisponenti, tra cui sicuramente la predisposizione genetica e le cattive abitudini. In particolare:
- alterazioni a livello ormonale;
- alimentazione sbilanciata e ricca di sale;
- patologie renali;
- stress”.
I sintomi della pressione alta
“Sono molto variabili. Può essere asintomatica, oppure possono comparire:
- stanchezza;
- mal di testa;
- pesantezza delle palpebre;
- epistassi ed emorragie retiniche.
In stadi avanzati si esprime con disturbi dovuti ai problemi multiorgano, solitamente quando c’è già un quadro di danno: peso toracico, affanno, respiro difficoltoso, gambe gonfie.
Nelle prime fasi, però, una persona può anche non accorgersene: per questo è importante sottoporsi a misurazioni sporadiche della pressione, a partire dai 18 anni.
Solitamente queste rilevazioni avvengono in occasione di normali visite e controlli medici. In presenza di altri fattori di rischio, come la sedentarietà, il sovrappeso, il fumo o livelli alti di colesterolo, il controllo della pressione deve essere più frequente”.
Come si cura
“Quando il paziente è nella fase di ipertensione iniziale, e in assenza di altri fattori di rischio, è necessario innanzitutto modificare stile di vita e abitudini. Si raccomanda di:
- fare attività fisica, in particolare esercizio aerobico come la camminata, la corsa o il nuoto;
- seguire una dieta equilibrata con un basso consumo di grassi saturi;
- limitare gli alcolici;
- evitare il fumo;
- fare attenzione al sale”.
I farmaci per la pressione
Se la pressione va oltre la soglia 160/100 o se, anche con valori più bassi, ci sono fattori di rischio concomitanti (come diabete e colesterolo alto), è necessario assumere anche una terapia farmacologica.
I farmaci maggiormente utilizzati sono gli ACE-inibitori e/o i sartani, i farmaci calcio-antagonisti, i beta bloccanti (per chi soffre di ipertensione diastolica) ed eventualmente i diuretici in associazione.
Solitamente quando si inizia la terapia farmacologica la si continua per tutta la vita, controllando periodicamente i valori, in particolare d’estate quando è più facile incorrere in episodi di ipotensione”.
L’ipertensione è un problema anche femminile?
“Si, assolutamente. Esistono differenze di genere riguardanti la prevalenza, che nelle donne aumenta con l’età e con fattori associati, come le gravidanze o la menopausa. In questi casi il rischio è maggiore.
Esistono diversità anche sulle conseguenze: stiamo osservando che nelle donne il danno d’organo si può instaurare più precocemente e con minor risposta alle terapie, per questo vanno sottoposte a screening precoci”.