Camminare è il modo più semplice e alla portata di chiunque per contrastare la sedentarietà e garantirsi un po’ di sana attività fisica quotidiana. E non soltanto. La durata della nostra passeggiata quotidiana, così come la modalità che adottiamo per compierla, possono davvero allungarci la vita, favorendo il benessere psicofisico e riducendo il rischio di contrarre determinate malattie.
Quello che ancora non sappiamo con certezza, però, è quanto a lungo dovremmo camminare ogni giorno per produrre reali benefici sulla salute. Il popolare obiettivo dei 10.000 passi al giorno, per esempio, più che il prodotto di un’indagine scientifica, sarebbe in realtà frutto di un marketing di prodotto relativo agli anni ’60.
Se è vero che i dati di un recente studio hanno dimostrato che qualsiasi quantità di passi quotidiani può aiutare a stare bene – inclusa l’attività dedicata alla cura della casa e alle mansioni personali – una nuova indagine condotta dai ricercatori del Vanderbilt University Medical Center di Nashville, offre adesso uno sguardo attento alla quantità e al genere di passi che una persona dovrebbe compiere ogni giorno per favorire una buona salute.
Utilizzando i dati dei fitness tracker, i ricercatori hanno scoperto che fare 8.200 passi al giorno rappresenta la soglia a partire dalla quale si inizia a ridurre significativamente il rischio di sviluppare varie malattie croniche.
I risultati mostrano un’associazione tra fare 8.200 passi e un ridotto rischio di malattie croniche, tra cui: obesità, apnea notturna, malattia da reflusso gastroesofageo, disturbo depressivo maggiore, diabete, ipertensione. Lo studio ha anche scoperto che camminare ancora di più continua ad aumentare i benefici per quasi tutte le condizioni di salute studiate.
«Per la maggior parte delle malattie croniche, più è elevato il numero di passi, più il rischio si abbassa», ha spiegato Evan L. Brittain, professore associato di medicina alla Vanderbilt, interpellato da Medical News Today. «Tuttavia, per il diabete e l’ipertensione, abbiamo osservato un plateau a circa 8-9.000 passi al giorno, al di sopra del quale non c’era più alcun beneficio evidente. Questo non vuol dire che le persone a rischio di ipertensione e diabete dovrebbero smettere di camminare quando raggiungono quei livelli, perché ci sono altri benefici legati all’attività, a prescindere da queste due condizioni. Le malattie cardiovascolari, invece, non sono considerate nella nostra analisi, probabilmente perché non c’erano abbastanza diagnosi di tali patologie incidenti per ottenere statistiche significative».
In linea generale, sappiamo che camminare agisce su molteplici meccanismi che interessano quasi tutte le cellule del corpo a beneficio della salute. Si rafforzano ossa e muscoli, controlla il peso, riduzione dell’infiammazione cronica, abbassa i livelli di stress, migliora l’efficienza del cuore e dei vasi sanguigni. Tutti benefici in più, oltre a quelli già enunciati, che consentono di vivere più sani e più a lungo.
Come è stato eseguito lo studio
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti in circa 4 anni da 6.042 partecipanti allo studio All of Us del National Institutes of Health, rappresentati per quasi il 73{5ad30e3793f06b436efe898a9912ba89c5434876ab8cc24371437f6091f1b72d} da donne e con un’età compresa tra 41 e 67 anni, con una media di 56 anni. Anche l’Indice di Massa Corporea era variabile, spaziando da soggetti con peso sano a soggetti obesi (BMI medio di 28,1).
Tutti hanno indossato braccialetti Fitbit per poter monitorare le loro attività e hanno poi fornito ai ricercatori l’accesso alle loro cartelle cliniche elettroniche. In media, i partecipanti hanno percorso 7.731 passi al giorno.